PESCARA – Una vittoria buttata alle ortiche, ma il Pescara visto all’Adriatico non era quello brillante visto negli ultimi tempi. Un punto che comunque muove la classifica e allunga la striscia positiva. Rimpianti sì ma poteva andare anche peggio.
Alla fine il pari è stato giusto. Contro la Cremonese il quinto in altrettante sfide.Continuità di risultati che in serie B paga sempre. A dire il vero, non una partita da tramandare ai posteri. Intensa sì, ma soprattutto fisica e muscolare. In sintesi, Pescara e Cremonese si sono annullate. Non era una gara semplice sia dal punto di vista tecnico ( spazi ridotti al minimo – tanta densità ), sia sotto il profilo fisico. I biancazzurri ne sono venuti fuori bene. Una prova per questo di carattere e diligente.
Non sempre si può essere brillanti. L’assenza di Palmiero, unico regista di ruolo presente in organico, soprattutto in grado di scandire i tempi, si è fatta sentire. La difesa a 3 ha funzionato. Non ci sono state controindicazioni. Su tutti Drudi, senza dubbio tra i migliori. Non benissimo nel primo tempo Bettella, poi uscito con la consueta autorevolezza alla distanza.
Si potrà discutere all’infinito sul cambio di sistema di gioco. Magari la scelta non avrà convinto del tutto, ma non ci sarà mai la prova contraria. Una cosa è certa. Ci sono anche gli avversari che vanno studiati e, soprattutto, limitati. Il Pescara ha dimostrato di poter utilizzare più moduli. La difesa a 3 resta e si conferma un’opzione valida. A fare, insomma, la differenza è sempre l’atteggiamento. Che è particolarmente piaciuto dopo il vantaggio firmato da Galano, complice il clamoroso infortunio di Agazzi. Mancavano pochi minuti alla fine. La squadra non si è affatto abbassata continuando, invece, a pressare alto. Segno di una mentalità profondamente cambiata. L’episodio del pareggio non cambia di certo il giudizio. Un buon Pescara insomma. Ora a Perugia si vedrà.