
Qualche timido segnale di rinascita si vede e non possiamo non sottolinearlo, anche se le condizioni pressoché drammatiche dell’economia regionale non consentono assolutamente di abbassare la guardia.
Eppure i dati del 2016 arrivano e un po’ confortano: il PIL dell’Abruzzo cresce di ben 2,5%, anche se è ancora 4 punti percentuali più basso dei valori del 2007, a fronte di una crescita nazionale che si ferma all’1%.
Scattando una sintetica fotografia generale possiamo dire che il settore manifatturiero è quello che ha visto i maggiori incrementi, il mercato immobiliare ha fatto un bel passo in avanti ed i tassi sui finanziamenti sono diminuiti consentendo un maggior accesso al credito da parte delle famiglie, che hanno potuto tirare qualche sospiro di sollievo.
Analizziamo ora nel dettaglio i vari comparti, cominciando dal mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione giovanile è diminuito, seppur di poco, andando a interrompere una preoccupante crescita costante a cui si è assistito durante il decennio della crisi. Anche i contratti a tempo determinato sono aumentati e il livello della formazione è migliorato, con la piacevole conseguenza che la qualità dei servizi erogati è più di livello.
Le aziende, soprattutto quelle che si occupano di grandi trasporti e import-export, hanno trainato la crescita, seguite a ruota dalle imprese edili che si occupano della ricostruzione post-sisma, che hanno compensato in parte le perdite subite dagli altri settori imprenditoriali.
Il turismo e il terziario non decollano, anche se il mercato delle compravendite dà eccellenti segnali e vede come acquirenti molto interessati al patrimonio edilizio abruzzese gli stranieri del nord Europa, che, come è risaputo, amano da sempre il suggestivo territorio che lo Stivale sa proporre.
Per quanto riguarda, invece, la “salute” delle famiglie, emerge un miglioramento complessivo delle condizioni economiche dei privati. La maggior liquidità è stata principalmente investita o nell’acquisto di un’abitazione, grazie ai tassi di interesse ai minimi storici, o nell’accumulo del capitale in strumenti finanziari facilmente spendibili, come i conti deposito o linee di investimento più mirati.
La facilitazione portata dalla digitalizzazione delle operazioni bancarie ha reso più agile e snello tutto il sistema: basti pensare che oggi è possibile aprire conti a zero spese in pochi minuti senza bisogno di intermediari e senza dover sostenere spese aggiuntive. A tal proposito va aggiunto che è stato effettuato un ridimensionamento sensibile degli sportelli fisici delle banche, a favore, appunto, di una maggior diffusione dei canali telematici, a cui i cittadini hanno, per l’appunto, risposto con entusiasmo.
In ultimo, anche le Pubbliche Amministrazioni portano a casa qualche buona notizia, in quanto, se è pur vero che è aumentata la spesa pubblica, è altrettanto vero che sono aumentati gli investimenti sul territorio, soprattutto per attività di ricostruzione post-sisma.
Piccoli e timidi segnali, dunque, come abbiamo detto all’inizio, che non cancellano certo lo stato di profonda crisi in cui l’Abruzzo versa da quando, in quella maledetta notte del 3 aprile 2009, arrivò la tremenda scossa di terremoto che ha portato via troppe vite a la speranza di chi è sopravvissuto, ma fanno intravedere la luce alla fine del tunnel.