ROMA – “Dobbiamo lottare contro un’Europa espressione della burocrazia e della tecnocrazia e riprendere lo sguardo alto dei paesi fondatori”. Così il premier Matteo Renzi parlando alla Camera nel corso delle comunicazioni in vista del Consiglio europeo di domani a Bruxelles. Comunicazioni iniziate con mezz’ora di ritardo a causa dell’impegno del premier nel Consiglio supremo di Difesa riunito al Quirinale.
Renzi ha difeso le misure prese nel Dl lavoro. E sulla spending ha precisato: «Il commissario ci ha fatto un elenco, ma toccherà a noi decidere» cosa tagliare. Lo ha fatto assicurando che sulle coperture esiste «un ampio margine». Mentre il taglio dell’Irpef nelle buste paga di chi guadagna fino a 1.500 euro al mese è «solo un primo passo». Il rischio, per Renzi, è quello «di una deriva tecnocratica e burocratica» dell’Europa. Un rischio al quale «oggi dobbiamo dare risposta a maggior ragione perché nei prossimi 8 mesi non ci sono solo le europee ma avremo il cambiamento delle istituzioni Ue» e il semestre di presidenza italiana, ha detto Renzi.
Per Renzi «è fondamentale che si esca dalla visione per cui l’Ue ci controlla i compiti o ci fa le pulci», perché « l’Ue non è altro rispetto a noi. E se non saremo in grado di affermare che l’Italia e l’Europa – a dispetto di certa propaganda – non sono controparti ma sono sulla stessa barca,non ci sarà spazio per la politica».
«Noi parteciperemo ai lavori del Consiglio Europeo incentrando l’attenzione sulla competitività industriale» che è un tema «da inserire in una cornice che ha bisogno di un Europa che torni a fare il suo mestiere» anche nei confronti dei cosiddetti paesi emergenti, ha assicurato il premier, spiegando che questo tema «sarà inserito in un progetto sul rinascimento industriale che impone un’innovazione di metodo che metta insieme clima, energia, occupazione e competitività insieme. Ed è – ha concluso – la prima volta che accade».Poi ha ha aggiunto che per l’Italia l’evento chiave su cui puntare «sarà Expo 2015».
Renzi ha parlato anche di conti pubblici e di rispetto dei parametri (a partire dal 3% del rapporto deficit/Pil) previsti dai trattati Ue. «Non abbiamo paura di confrontarci con nessuno sui numeri, sui dati e parametri e sappiamo di avere una zavorra del debito pubblico», ha detto Renzi. Ma con il pacchetto di riforme predisposto (da quelle istituzionali, a quelle economiche) «l’Italia è pronta a fare la propria parte».