PESCARA – Solo due gol al passivo da inizio campionato. E’ un dato indicativo da analizzare, soprattutto alla luce della difesa pescarese degli ultimi anni che faceva acqua un po’da tutte le parti. Certo, l’attacco non è particolarmente prolifico (8 gol) ma la squadra sembra solida e compatta per gareggiare per le primissime posizioni del girone.
E’ vero, il Catanzaro ha segnato 17 gol in 6 partite: un dato che dovrebbe far riflettere, ma questo Pescara può giocarsela alla pari con tutti. Come quella contro il Foggia, una prova di forza per personalità, intensità e gioco. Altrettante vittorie nelle prime tre gare esterne. È record, mai accaduto negli ultimi 50 anni.
Personalità, coraggio, intensità e non solo. Allo “Zaccheria” anche progressi evidenti sotto il profilo del gioco e della proposta. Tutto in 90′ in uno stadio tradizionalmente ostico. Una gara preparata bene e giocata meglio. Colombo ha studiato l’avversario nei dettagli. Foggia temibile in attacco e sulla catena di sinistra (Costa-D’Ursi), ma vulnerabile quando perde palla perché senza equilibrio. È stata una delle chiavi del match.
Il primo gol ne è la conferma. Kraja scippa il pallone a Petermann, 5 giocatori tagliati fuori. Capovolgimento e ricamo di Cancellotti per il vantaggio firmato da Lescano. Milani che si inserisce con i tempi giusti e firma il raddoppio su assist dell’attaccante italo-argentino è un’altra dimostrazione dell’indirizzo dato da Colombo.
Solidità in primis (appena due gol subiti nessuno su azione) ma anche input nell’espressione di gioco. Subito dopo l’espulsione di Di Pasquale (intervento molto pericoloso su Cuppone) il Pescara ha innestato il pilota automatico. Di fatto accademia e altri due gol, siglati da Kraja e Vergani subentrato a Lescano. Equilibrio, organizzazione e compattezza. Sono questi i tratti peculiari del Pescara di Colombo che, malgrado il restyling pressoché totale in sede di mercato, ha già una sua identità..