CASALBORDINO – Sarebbe morto per dissanguamento Gabriele Di Tullio, l’ex operaio 54enne di Casalbordino colpito a una gamba la notte tra domenica e lunedi’ da una pallottola calibro 12 esplosa da un fucile di un bracconiere. L’autopsia del medico legale Pietro Falco, disposta dal pm Giancarlo Ciani, non lascia spazio a dubbi sulla causa della morte: il colpo e’ entrato nella gamba sinistra e prima di uscire dalla parte opposta, ha fratturato il femore; una scheggia dell’osso ha reciso di netto l’arteria femorale, creando cosi’ una vasta emorragia che ha causato il decesso di Di Tullio.
Il colpo e’ stato esploso da vicino, probabilmente alle spalle della vittima intenta a raccogliere pannocchie di granoturco nel campo del fratello in localita’ San Pietro Sud di Casalbordino e scambiata per un cinghiale da un bracconiere (la caccia al cinghiale in provincia di Chieti e’ chiusa dallo scorso gennaio, ndr): e’ questa l’ipotesi piu’ verosimile su cui lavorano gli inquirenti, anche se nessuna pista viene esclusa a priori. I carabinieri hanno sequestrato anche dei fucili calibro 12 regolarmente detenuti da cacciatori della zona per gli accertamenti del caso.
Di Tullio non e’ dunque morto sul colpo: e’ per questo che la Procura di Vasto procedera’ con molta probabilita’ anche per omissione di soccorso, oltre che per omicidio volontario. All’autopsia, durata sei ore, ha partecipato anche un perito balistico nominato dalla Procura di Vasto. I funerali di Di Tullio, che lascia due figlie di 13 e 24 anni, si sono tenuti nel pomeriggio alle 16 nella chiesa della Madonna dei Miracoli di Casalbordino.