PESCARA – Non aver preso gol per la terza gara consecutiva una magra consolazione. Di fronte, infatti, c’era il peggiore attacco del campionato con 18 reti, di cui appena 3 nelle ultime 12 partite. Dopo la cinquina al Potenza insomma nessuna conferma. Il Pescara ha giocato male e se giochi così, alla lunga, diventa complicato vincere contro chiunque.
Nel primo tempo il limite al cospetto di avversari che chiudono tutti gli spazi, ovvero l’incapacità di trovare le giuste contrarie. Il solito giro palla lento e improduttivo. L’Andria ha fatto il suo creando densità a metacampo. Con le mezze ali, Salandria e Candellori, ha aggredito quasi a uomo Gyabuaa e Kraja togliendo loro spazio e tempo.
Sottotono Merola e Rafia. Nella ripresa, invece, i pugliesi hanno preso coraggio e alzato il baricentro procurando più di un brivido ma davanti, le lacune della squadra di Trocini sono piuttosto evidenti. Dal canto suo il Pescara non ha mai impegnato il portiere avversario Savini, di fatto inoperoso.
I biancazzurri fanno fatica a creare occasioni e, di conseguenza, a segnare. A digiuno di gol in 6 delle ultime 9 gare contro Picerno, Avellino, Crotone, Foggia, Monterosi e, appunto, Andria. Così stando le cose, il debordante 5-0 rifilato al Potenza un fuoco di paglia? Di certo l’attesa conferma non è arrivata.