L’AQUILA – Avanti con la terza dose di vaccino. Anche in Abruzzo da oggi, e non più dal 1° dicembre, si inizia con la fascia tra i 40 e i 59 anni. Nella circolare del ministero della Salute si legge: “Alla luce dell’evoluzione del quadro epidemiologico delle ultime settimane, con il progressivo incremento dell’incidenza settimanale di nuovi casi e la crescita dei contagi, considerando che le attuali evidenze mostrano dopo circa 6 mesi dalla vaccinazioni un iniziale decadimento del livello di efficacia dei vaccini nei confronti delle forme sintomatiche, pur mantenendo una elevata capacità protettiva nei confronti delle forme severe di malattia, tenuto conto dell’attuale ampia disponibilità di vaccini e dell’elevata capacità di somministrazione dei punti vaccinali attualmente operativi, ferme restando le priorità stabilite nelle circolari” emanate in precedenza, le Regioni “potranno anticipare a lunedì 22 novembre 2021 l’avvio della somministrazione della terza dose booster in favore di soggetti di età compresa tra i 40 e i 59 anni, purché siano trascorsi almeno sei mesi dal completamento del ciclo primario di vaccinazione”.
Si sottolinea poi il fine di questo cambio di data per l’avvio della campagna di vaccinazione con le terze dosi per la fascia di 40-59enni: “Accelerare la campagna di somministrazione dei richiami per mantenere un’elevata protezione individuale nei soggetti già vaccinati con il ciclo primario e ridurre il più possibile la trasmissione di Sars-Cov-2 nella popolazione”.
Per prenotarsi basterà collegarsi all’indirizzo https://prenotazioni.vaccinicovid.gov.it/ inserendo il proprio codice fiscale e il numero di tessera sanitaria. Sarà possibile procedere alla prenotazione anche contattando il numero verde 800.00.99.66 (attivo tutti i giorni dalle ore 8 alle ore 20), oppure utilizzando uno dei 270 sportelli Postamat attivi sul territorio regionale (pur senza essere clienti Poste, ma accedendo con la tessera sanitaria). Anche i 630 portalettere in servizio in Abruzzo, attraverso i palmari a loro disposizione, potranno prenotare la vaccinazione.
Il calendario delle terze dosi non cambia, viene solo anticipato di una settimana. Questo significa che la priorità viene sempre data alle categorie più fragili, le prime per cui si è aperto alla terza dose. Queste sono, progressivamente:
persone di 80 anni e più
personale e ospiti dei presidi residenziali per anziani
esercenti le professioni sanitarie e operatori di interesse sanitario
persone con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti di età uguale o maggiore di 18 anni
persone di 60 anni e più
Al momento, il richiamo dev’essere fatto non prima di sei mesi dal completamento del primo ciclo vaccinale, ma non è detto che le cose restino così. Ieri Gianni Rezza, il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, ha risposto con un “valuteremo” a chi gli chiedeva se non sia il caso di anticipare il richiamo a 5 mesi come già deciso in Regno Unito. In effetti tra i vari dossier sul tavolo del ministero in questo periodo, critico per la risalita della curva, c’è anche la riduzione dei tempi di somministrazione della terza dose. È però un tema tutto scientifico, sul quale si devono esprimere i consiglieri dell’esecutivo. E infatti presto l’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, sarà coinvolta per dare il suo parere, anche alla luce dell’apertura fatta un paio di giorni fa dall’Ema, l’agenzia europea.
Le Regioni, intanto, pensano a due Green pass diversi per far fronte alla quarta ondata. Uno, solo per vaccinati e guariti, che permetta di andare al ristorante, al cinema, al museo o allo stadio indipendentemente dal coloro della Regione. E un altro, ottenibile anche con il tampone, con cui andare invece a lavoro. Insomma, per andare a lavoro si potrebbe continuare a ricorrere al tampone. Ma per tutte le altre attività per cui attualmente è richiesto il Green Pass, questo non basterebbe più.
Una misura per far fronte alla quarta ondata di contagi che sta dilagando in tutta Europa. E che si fa sentire anche in Italia, anche se nel nostro Paese la situazione è al momento decisamente più sostenibile. Tuttavia i governatori e le autorità locali sono preoccupati che la situazione possa presto degenerare e cercano quindi di blindare il Natale ed evitare restrizioni troppo gravose che peserebbero molto a livello economico e sociale.