SULMONA – Il vento sembra aver concesso una tregua al monte Morrone. Questo ha fatto in modo che gli interventi per spegnere gli incendi abbiano avuto gli effetti sperati. Ma è presto per cantar vittoria. Le fiamme ardono ancora costantemente e non si ha alcuna certezza sui tempi di spegnimento definitivi.
Fortunatamente da questa mattina il fronte dell’incendio si è fermato risalendo lentamente verso la montagna. Stamani la riunione al Centro operativo misto (Com) di Sulmona presieduta dal presidente della Regione Luciano D’Alfonso alla presenza di tutte le forze impegnate nello spegnimento e dei sindaci dei territori interessati dagli incendi. Restano due le priorità d’intervento: il fronte del Morrone nella zona tra Bagnaturo e Roccacasale e quella del Parco del Sirente con i Comuni di Secinaro e Goriano Valli da questa mattina inclusi nel Com insieme a Castelvecchio Subequo e Gagliano Aterno e Molina.
Restano sempre in azione a Sulmona l’elicottero Erickson e due Canadair con il supporto di elicotteri dei vigili del fuoco mentre un terzo Canadair sta lavorando sul rogo di Secinaro. Ma il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, va cauta memore degli ultimi giorni quando, una volta spenti alcuni focolai, le mani dei piromani hanno piazzato inneschi in altri posti. Il primo cittadino sollecita la Regione affinché sia dichiarato lo stato di emergenza. Anche il National Geographic parla di disastro ambientale.
Il sindaco comunica inoltre che e’ stata realizzata e conclusa, a titolo precauzionale, la linea tagliafuoco che parte dalla zona della chiesa Madonna degli Angeli in direzione Ovest, con l’intenzione di proseguire, poi, anche verso est, fino all’area frazione Marane.
Per precauzione il primo cittadino ha imposto il divieto di accendere fuochi di ogni genere in qualsiasi luogo all’aperto. Lo prevede l’ordinanza che proibisce anche ieri l’ordinanza che impone il divieto, fino a provvedimento di revoca, anche di lancio e sparo dei fuochi d’artificio, mortaretti, petardi, razzi e altri fuochi pirotecnici. Vietato, inoltre, tenere in esercizio fornaci, forni a legna, discariche pubbliche e private incontrollate, gettare materiali che possano generare fuochi, quali mozziconi, carboni, fiammiferi, sigari o sigarette accese e compiere ogni altra operazione che possa creare comunque pericolo immediato o mediato di incendio, lanciare razzi di libera vendita di categoria consentita dalla legge, abbandonare rifiuti. Si tratta di “misure cautelative atte alla tutela della pubblica incolumità del territorio”, adottate in conseguenza dell’incendio che ha bruciato per sette giorni i boschi attorno al paese.